lunedì 14 maggio 2012

Roma, ieri marcia anti-abortista contro legge 194


Si è svolta ieri mattina a Roma la manifestazione, animata da integralisti cattolici ed estrema destra, contro l’aborto. Una ‘marcia per la vita’ col patrocinio del Comune che punta esplicitamente all’abolizione della legge 194, con un attacco diretto ai diritti fondamentali delle donne. Presenti migliaia di persone, tra cui diversi prelati e religiosi, sacerdoti e suore, nonché scout e medici obiettori. Si segnalano anche alcuni buddhisti ed evangelici. Nell’armamentario dei manifestanti, cose come una sobria croce con feti di plastica attaccati, manifesti con Gesù e la Madonna e in cui si afferma che la vita “inizia col concepimento”, uno striscione che definisce la legge 194 “sterminio di Stato”.


Anche diversi politici e parlamentari, tra cui in prima fila il sindaco di Roma Gianni Alemanno (Pdl) con tanto di fascia tricolore. Presenti l’eurodeputato Magdi Cristiano Allam, i senatori Stefano De Lillo e Maurizio Gasparri, gli onorevoli Paola Binetti e Sandro Oliveri. Alla fine Maria Pia Garavaglia (Pd) ha preferito dare forfait dopo aver annunciato l’adesione, per la presenza di movimenti come Forza Nuova e Militia Christi.

Tra gli slogan scanditi, in molte occasioni le donne che scelgono l’interruzione di gravidanza e che sostengono il diritto all’autodeterminazione venivano etichettate come “assassine”. Il sindaco Alemanno ha glissato così: “Queste sono affermazioni che appartengono agli organizzatori, io sono qui soltanto a dire che noi siamo per i valori della vita”. Si segnalano comunque proteste di gruppi di femministe e attivisti laici, che dal giorno precedente hanno diffuso volantini ed esposto cartelli. Quando il corteo è arrivato domenica all’altezza di Castel Sant’Angelo, vicino al Vaticano, ha incontrato una contro-manifestazione. E gli anti-abortisti hanno risposto agli slogan col solito epiteto di “assassini”.

Un corteo, quello di ieri, preoccupante espressione di un clima pesante che punta a criminalizzare le donne e a limitarne gli spazi di libertà. Con il rinnovato slancio degli anti-abortisti e la convergenza di forze politiche, associazioni integraliste e gerarchie religiose. E dove manca un adeguato e organizzato argine laico. Proprio in questi anni gli obiettori hanno ormai ottenuto il controllo quasi totale degli ospedali e l’efficacia della legge 194 viene quindi svuotata, tagliando i fondi ai consultori. O, come sta accadendo proprio nel Lazio, si prospetta una legge promossa dalla consigliera cattolica Olimpia Tarzia che di fatto apre i consultori agli attivisti pro-life (o meglio, no-choice).

A questo punto, il disegno degli anti-abortisti è quasi compiuto e l’Italia rischia di tornare indietro di almeno trent’anni. Dopo il recente sostegno bipartisan alla mozione che sostiene l’obiezione di coscienza dei medici, manca solo una proposta – magari avanzata dal partito di Alemanno che tanto si dice a favore della vita – per la definitiva abolizione della legge sull’interruzione di gravidanza.
Legge che rimane, nonostante la martellante propaganda clericale, una conquista e che ha permesso di diminuire nettamente gli aborti. La relazione annuale al Parlamento sull’applicazione della 194 conferma infatti il trend del calo. E di come invece aumentino in quelle situazioni di marginalizzazione sociale e scarsa consapevolezza, specie tra le donne immigrate.

http://www.uaar.it/news/2012/05/14/roma-ieri-marcia-anti-abortista-contro-legge-194/

immagine: web