martedì 8 maggio 2012

Il Vaticano e la trasparenza: le obiezioni di Moneyval

Nel rapporto che sarà discusso con la Santa Sede si esprime preoccupazione per il ridimensionamento dell’Autorità di vigilanza e per il peso «politico» della Segreteria di Stato



ANDREA TORNIELLI

Città del Vaticano

La bozza del rapporto, ancora top secret, è arrivata già da qualche giorno in Vaticano. Contiene le osservazioni iniziali dei valutatori di Moneyval – comitato di esperti del Consiglio d’Europa per la valutazione delle misure di lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo – chiamati a esprimersi sul processo di adeguamento della Santa Sede alle norme internazionali. Insieme agli apprezzamenti per i passi in avanti compiuti, la bozza del rapporto, che deve ancora essere discussa da Moneyval con le autorità vaticane, segnala anche alcune difficoltà: tra queste il ridimensionamento del ruolo e dei compiti dell’AIF, l’Autorità di vigilanza interna, avvenuto con l’entrata in vigore della nuova legge sulla trasparenza, promulgata lo scorso gennaio. La strada che dovrebbe portare il Vaticano nella «white list» dei Paesi virtuosi, e portare dunque a compimento il processo di trasparenza voluto da Benedetto XVI, appare ancora lunga.


Come già detto, il rapporto di Moneyval rappresenta ancora una bozza: i giudizi espressi dai singoli valutatori non sono stati ancora resi omogenei tra di loro. Un incontro chiarificatore avverrà a Strasburgo tra il 14 e il 16 maggio prossimi, quando la delegazione vaticana farà le sue osservazioni e fornirà le sue chiarificazioni. Ma non c’è dubbio che i passaggi della bozza che definiscono un passo indietro il ridimensionamento dell’AIF e la sottolineatura del ruolo e del peso della Segreteria di Stato, sono destinati a riaprire focolai di polemica Oltretevere.


Come si ricorderà, un memorandum interno pubblicato nei mesi scorsi dal «Fatto Quotidiano» aveva attestato le perplessità del cardinale Attilio Nicora, presidente dell’AIF, su alcuni paragrafi dalla nuova legge sulla trasparenza. La prima legge antiriciclaggio (n. 127), scritta dall’avvocato Marcello Condemi, già autore delle normative italiane, aveva istituito l’Autorità di Informazione Finanziaria, alla quale venivano interamente affidati i compiti di vigilanza sulla «finanza vaticana». Dopo le prime richieste di Moneyval, nel tentativo di avvicinare il Vaticano agli standard internazionali, cioè alle «Raccomandazioni del Gafi» (Gruppo di Azione Finanziaria del Fondo Monetario Internazionale), la Segreteria di Stato e il Governatorato avevano in un primo momento chiesto a Condemi di rimettere mano al suo testo, e successivamente, visti i tempi strettissimi, avevano affidato il compito a un nuovo team di esperti. Era stato preparato così il decreto d’urgenza numero 59, entrato in vigore lo scorso 25 gennaio, e divenuto legge ordinaria a tutti gli effetti il 2 aprile 2012.


Da quanto apprende Vatican Insider, il rapporto di Moneyval contesta in particolare il paragrafo 41 del decreto, quello riguardante lo scambio di informazioni scritte «a condizioni di reciprocità» che devono avvenire tra l’AIF e analoghe autorità di altri Stati. Il valutatore di Moneyval che si è occupato della questione considera questo come una passo indietro. Lo stesso esperto ha contestato il peso «politico» e la responsabilità nella lotta al riciclaggio acquisito dalla Segreteria di Stato nella nuova legge.


La nuova normativa ha introdotto cambiamenti e specificazioni in materia di antiriciclaggio, precisando le competenze delle varie autorità, a partire da quelle dell’AIF, riconoscendo però al contempo il ruolo di altri enti nell’ordinamento giuridico vaticano, come ad esempio quello la Gendarmeria, e quello dei tribunali, che era quasi assente nella vecchia legge. Ha anche specificato che le ispezioni dell’AIF devono essere regolamentate dalla Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, l’unico ente abilitato ad emanare le leggi. Il potere relativo ai regolamenti attuativi, anche vincolanti, era rimasto nelle mani dell’AIF, alla quale veniva esplicitamente riconosciuto il potere di ispezione (non presente nella norma precedente), ma il cardinale Nicora riteneva che poteri e autonomia dell’Autorità di vigilanza venissero così depotenziati. Dello stesso parere era anche il presidente dello IOR, Ettore Gotti Tedeschi.


Jeffrey Lena, l’avvocato americano che negli ultimi dodici anni ha seguito alcune vicende per conto della Santa Sede spiega a Vatican Insider che «le speculazioni su singole espressioni contenute nel rapporto e sul loro significato sono premature. Gli incontri che ci saranno a Strasburgo serviranno ad approfondire la comprensione dei valutatori e a discutere se il linguaggio usato nel rapporto sia aderente ai criteri internazionali». Lena ricorda che è proprio Moneyval ad affermare che si tratta di un rapporto ancora provvisorio, non conclusivo, e aggiunge: «Il punto focale non è se qualche particolare ente sia “forte” o “debole”, ma piuttosto se l’intero sistema stia mettendo in atto le decisioni tecniche e i meccanismi per promuovere la cooperazione sia all’interno che all’esterno, cosicché l’intero sistema possa funzionare nel contrasto al riciclaggio».


Per quanto riguarda il peso «politico» della Segreteria di Stato, Lena osserva: «Chi confonde l’impegno e il coinvolgimento “politico” come una sorta di interferenza sta semplicemente equivocando la legge, dal mio punto di vista. Anche le sezioni della legge che riguardano l’esecuzione dei «memoranda of understanding», lo scambio di informazioni tra le autorità di vigilanza, o la responsabilità della Segreteria di Stato di stabilire le politiche, sono non soltanto appropriate ma in linea con gli standard internazionali. E questo è ciò che conta».

La bozza del rapporto di Moneyval che circola in Vaticano riflette dunque il dibattito interno al Vaticano sull’evoluzione della legge avvenuto in questi mesi, e i diversi punti di vista che sono emersi. Bisognerà attendere la discussione della prossima settimana, e soprattutto la sessione finale che si terrà in luglio, per sapere quale seguito avrà avuto questa obiezione.

http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/citta-del-vaticano-vatican-city-ciudad-del-vaticano-trasparenza-transparency-transparencia/

immagine: web