lunedì 23 gennaio 2012

LA CHIESA CHE DISCRIMINA GLI STRANIERI

A Trieste fa discutere la decisione del parroco di aiutare prima i triestini e dopo, forse, anche gli immigrati.
«A causa della scarsità di fondi siamo in grado di aiutare solamente i nostri parrocchiani ». Un avviso che ha dato il via a non poche polemiche quello affisso alle porte della chiesa Beata Vergine del Rosario di Trieste, dove è in atto una particolare “discriminazione” che lascia perplesso anche qualche parrocchiano. Ce ne parla Il Piccolo: 
«Va sostenuto chiunque ha bisogno e non chi ha la “tessera” di parrocchiano – sostiene Armando Pellarini, che con la moglie ieri ha partecipato alla messa delle 11 nella chiesa di piazza Vecchia – nell’ aiutare non si devono fare distinzioni». La Chiesa dedicata alla Madonna del Rosario, come riportato nel sito della Diocesi di Trieste, conta 538 parrocchiani. «Negli ultimi anni i fondi si sono ridotti – osserva il parroco Stefano Canonico – mentre è cresciuta in maniera esponenziale la richiesta di aiuto da parte di cittadini stranieri. Nel dover fare una scelta ho deciso di privilegiare chi è residente in questa parrocchia. Chiunque – valuta il sacerdote – prima dà da mangiare ai propri figli e poi, se ne ha la possibilità, apre le porte anche agli altri».
Molti parrocchiani difendono l’ iniziativa di don Canonico e si schierano con lui:
«Ha ragione – sottolinea Elsa Perotti, parrocchiana presente alla messa di ieri mattina – gli stranieri devono mettersi in fila dietro ai triestini e a chi frequenta questa chiesa. Se resta qualche cosa la si può dare anche a loro». Nel difendere la sua decisione don Canonico riferisce certe circostanze. «Abbiamo pagato biglietti di viaggio a una famiglia dell’Est che ci ha chiesto un aiuto per a tornare a casa – ricorda – per poi venire a sapere che hanno fatto il giro di tutte le parrocchie ricevendo contributi senza usare quei soldi per ritornare in patria ». E a fronte di certi spiacevoli episodi il parroco spiega: «Il Vangelo dice di essere buoni, non sprovveduti».
Sì ma non dice che la disonestà è un difetto di fabbrica di certe razze. Com’era la storia di trave e pagliuzza? E quella di “ama il prossimo tuo” etc etc? Senza contare la parabola del figliuol prodigo.
Ogni mercoledì, giornata che la parrocchia della Beata Vergine del Rosario dedica alla distribuzione di aiuti, davanti alla canonica di via dei Rettori si raduna un vero e proprio esercito di bisognosi. «Ci è capitato – assicura il religioso – anche di stranieri che hanno rifiutato di venir aiutati con borse della spesa piene di generi alimentari. Pretendevano solo aiuti in denaro ». La chiesa del Rosario è qualificata come cappella civica. «Ma non per questo non paghiamo tutte le bollette e le spese di gestione – precisa il parroco – il Comune provvede solo alla sistemazione della parte strutturale».
QUESTUA - Don Canonico fa i conti con i soldi dei parrocchiani
«Sono circa 40 euro – valuta – in una domenica non ne raccogliamo più di 180. Durante la settimana non si superano i 4 euro a messa. Poi ci sono dei parrocchiani che qualche volta ci aiutano con delle offerte più sostanziose ». La parrocchia di piazza Vecchia non ha debiti. «Ma – evidenzia il sacerdote – sostenere tutte le spese, bollette dell’energia anche di 2mila euro, l’assicurazione, le spese per la ditta che fa le pulizie e riuscire ad assistere con regolarità molte persone non è facile ». A chi ha mosso delle critiche don Canonico rivolge un invito: «Chi non è d’accordo venga a dirmelo in faccia – sostiene – e chi non condivide la decisione sostenendo che gli aiuti vadano ampliati a tutti si metta le mani in tasca e partecipi attivamente
E a che serve l’ otto per mille?