giovedì 31 marzo 2011

Johnny cash - Personal jesus



Your own, personal, Jesus
someone to hear your prayers,
someone who cares

Your own, personal, Jesus
someone to hear your prayers,
someone who's there


Feeling unknown
and you're all alone,
flesh and bone,
by the telephone,
lift up the receiver,
i'll make you a believer

Take second best,
put me to the test,
things on your chest,
you need to confess,
i will deliver,
you know i'm a forgiver

Reach out and touch faith
Reach out and touch faith
Your own, personal, Jesus
someone to hear your prayers,
someone who cares

Your own, personal, Jesus
someone to hear your prayers,
someone to care

Feeling unknown
and you're all alone,
flesh and bone,
by the telephone,
lift up the receiver,
i'll make you a believer
i will deliver,
you know i'm a forgiver


Reach out and touch faith
Reach out and touch faith
Reach out and touch faith

Reach out and touch faith

mercoledì 30 marzo 2011

L' affermazione del Cristianesimo: I Martiri (Secondo la Storia)


Uno dei più importanti fiori all' occhiello ostentato dalla chiesa, per nobilitare le sue origini, è quello dei poveri martiri cristiani che entrano nell'arena delle belve, o si fanno crocifiggere, cantando inni sacri, forti della loro incrollabile fede.
Peccato che tutto questo sia falso; questi morti ammazzati, a partire dall'inizio del 47 (e.v.) sino all' Editto di Milano del 313 (e.v.), potevano essere incolpati di tutto meno che di essere "cristiani", almeno nel senso che noi normalmente attribuiamo a questo termine.

L' affermazione del Cristianesimo: Costantino


Costantino I, detto il Grande, nato in Albania nel 1027 a.u.c., nel 1059 a.u.c.(306 e.v.), agguanta il potere a York, approfittando di un vuoto di governo e con elezioni subito contestate dal Senato di Roma. Le sue aspirazioni al potere assoluto sull'Impero di Roma non tardano a manifestarsi.

L' affermazione del Cristianesimo: Reperti e Reliquie


Gesù non ha lasciato traccie materiali e concrete della sua esistenza.
- Non esistono evidenze fisiche della vita di Gesù: nessun manufatto, lavoro di carpenteria o scritto di propria mano. Neppure resti mortali. Tutto ciò che si sa di lui è scritto da altri. Tutto fu scritto dopo la sua morte. Nessuno degli scrittori ha mai incontrato Gesù. Questi scritti sono assolutamente falsi. Anche allora, come oggi, si viveva in un mondo infestato da credenze di demoni, Ufo e Mostri di Lochness.-
Jim Walker (Rif. 366). Eppure la chiesa ha sempre cercato di proporre (e sfruttare commercialmente) determinati reperti privi di qualsiasi attendibilità e fondamentalmente falsi, sapendo che è la fede degli sprovveduti a farli diventare sostanzialmente veri.

L' affermazione del Cristianesimo: Il Concilio di Nicea


Costantino I guida il concilio di Nicea (presso Costantinopoli) con un pugno di ferro ed obbliga i convenuti ad un accordo sui dogmi destinati a diventare la base delle future istituzioni ecclesiastiche. I vescovi contrari alle sue direttive finiscono destituiti ed esiliati. Il risultato della votazione finale parla da se':
316 si e 2 no (Secondo di Tolemaide e Teona di Marmarica).

L' affermazione del Cristianesimo: crimini vergognosi


ANNO: 391 (e.v.) - Al fine di nascondere il fatto che non esiste nessuna base storica per le sue bugie teologiche, il clero cristiano si è reso colpevole di vergognosi crimini distruggendo, sin dall'inizio, molte delle opere degli storici dei primi secoli dell'era cristiana. Quel poco che ci è pervenuto è talmente alterato e modificato da distruggerne, quasi sempre, il suo valore storico.
(Rif.771)
Uno dei più grandi crimini della storia cristiana è stata la distruzione, nel 391 e.v., del Tempio di Serapide e dell' annessa biblioteca, (nota come Biblioteca di Alessandria), perpetrata da fanatici cristiani, guidati dal vescovo Teofilo (il piromane), con la connivenza dell'Imperatore Teodosio I. La biblioteca conteneva circa 700 mila volumi, tra cui manoscritti babilonesi, assiri, fenici, persiani,
 composizioni buddiste, scritti ebraici e papiri egizi. La biblioteca era il simbolo, per i cristiani, del mondo e del sapere pagano.

Biotestamento: l’ ennesima interferenza-diktat del Vaticano


Una legge sulle dichiarazioni anticipate di fine vita è necessaria e urgente". Puntuale, arriva da Città del Vaticano l’ ennesimo diktat. Il presidente della Cei, cardinal Angelo Bagnasco, apre i lavori del “parlamentino” dei vescovi italiani sostenendo la necessità "di porre limiti e vincoli precisi a quella 'giurisprudenza creativa' che sta già introducendo autorizzazioni per comportamenti e scelte che, riguardando la vita e la morte, non possono restare affidate all'arbitrarietà di alcuno". Si dirà: legittima, per quanto discutibile e contestabile opinione, per quanto autorevole per la persona e il luogo. Fino a un certo punto. Un conto è esprimere un parere su fine vita e bio-testamento. Altro, evidentemente, sostenere che è necessario varare una legge, e tracciare le linee della legge stessa.
 Qui l’ opinione diventa interferenza vera e propria, e pazienza se ora qualcuno dirà che si tratta di discorsi da “laicisti” d’antan. Possibile comunque che non ci sia nessuno, di destra o sinistra, di maggioranza o di opposizione, che ricordi alle eminenze che basta interferire con le cose di Cesare?
Ad ogni modo, il Vaticano ribadisce che occorre "regolare intrusioni già sperimentate, per le quali è stato possibile interrompere il sostegno vitale del cibo e dell'acqua". E ancora: "E’ necessario adottare regole che siano di garanzia per persone fatalmente indifese, e la cui presa in carico potrebbe un domani, nel contesto di una società materialista e individualista, risultare scomoda sotto il profilo delle risorse richieste".
E qui si arriva al cuore del problema. Un problema che ha ben compreso Roberto Saviano, e non per un caso la puntata di “Vieni via con me” con Mina Welby e Beppino Englaro ha scatenato il finimondo: “La forza di Piergiorgio Welby, così come la forza di Beppino Englaro e di Luca Coscioni, è quella di avere agito nel diritto, di avere sempre rivendicato la possibilità di scegliere”. Appunto: il diritto. La possibilità di scegliere. Per il Vaticano, le gerarchie, Bagnasco, si può fare, come si fa, come si è sempre fatto, ma senza dirlo, di nascosto; senza diritto. Perché almeno formalmente devono essere loro i padroni del nostro corpo. Per questo negano la possibilità di scelta.
Per questo, come ha intimato giorni fa “l’Avvenire” “la legge sul bio-testamento s’ha da fare”.
"Fermiamoci, fermatevi: non approviamo un testo di difficile applicazione. Costruiamo un nuovo testo, per il bene delle persone e del Paese". E’ l’appello di Livia Turco, ex ministro della Salute. "Costruiamo insieme una legge condivisa, ispirata al sentimento della pietas", che "ascolti la volontà del paziente", che "rispetti l'articolo 32 della Costituzione". Il PD dà subito il buon esempio, e comincia lui a fermarsi. Quali sono, infatti, i comportamenti concreti del PD, dopo tante promesse, assicurazioni, parole? Poco si comprende; e quel poco non piace per nulla.
Chi non si ferma, ed quotidiana dimostrazione che la parola può essere spesso più veloce del pensiero, è la sottosegretaria alla Salute Eugenia Roccella. Annotiamo quello che dice, per futura memoria, anche se s’avrebbe davvero voglia di dimenticarlo.
E cosa dice, Roccella? Intervenuta a una trasmissione radio parla del caso di Stefano Cucchi, il giovane romano morto per disidratazione (perse 10 chili in sei giorni) il 22 ottobre 2009 dopo esser stato arrestato, e di quello di Eluana Englaro, la donna che, dopo un incidente stradale avvenuto il 18 gennaio 1992 si era ritrovata, allora ventenne, in stato vegetativo permanente, e morta il 9 febbraio 2009 dopo l’interruzione di idratazione e nutrizione assistita. Roccella premette, bontà sua, che si tratta di vicende "diverse rispetto alle condizioni e non voglio accostare i due casi, ma la modalità della morte per disidratazione è sempre la stessa, dolorosa e traumatica".
Poi, dopo aver fatto questo accostamento che si qualifica da solo, la sottosegretaria decanta il ddl Calabrò, "una legge di libertà che norma e rende obbligatorio il consenso informato che, fino a qui, era solo una prassi. La legge applica l’art.32 della Costituzione normando il consenso informato, ma alimentazione e idratazione sono un caso limite: nessuno di noi rinuncia ad alimentarsi perché sarebbe una morte dolorosa e traumatica".
Appunto: una persona esprime una sua volontà, poi però altri decidono se e come e quando tenerne conto: perché la legge è fatta per "dare la possibilità alle persone di dire Sì o No alle terapie, ma questo non vuol dire eutanasia, ci deve essere un confine e idratazione e alimentazione non possono non esserlo. Non si tratta di scegliere una terapia o meno perché rinunciare all’alimentazione e all’idratazione porta morte anche ci è sano, sarebbe un suicidio assistito e noi non abbiamo una libertà assoluta di disporre del nostro corpo".
Affermazioni in libertà, che non solo sono offensive, ma non hanno alcuna rispondenza scientifica. C’è una continuità: il presidente del Consiglio riferendosi a Eluana ebbe l’impudenza di dire che poteva partorire; il sottosegretario Carlo Giovanardi che Cucchi in fin dei conti se l’era cercata; ora Roccella. La buona educazione (e forse il codice penale) ci impediscono di dire quello che si pensa di loro.
 http://notizie.radicali.it/

Mario diventa Laura con 36 euro. A spese della Asl. E Libero si arrabbia


30 marzo 2011 - Sul quotidiano di Belpietro il racconto di un’ operazione di cambio di sesso. Con lamentela sui soldi dei contribuenti sprecati
“Sono bastati 36 euro e una manciata di monete per far cambiare sesso a Mario, fiorentino 42enne, che ha così potuto coronare il suo sogno: vale a dire tornare a casa dal suo compagno nell’ hinterland di Firenze e farsi chiamare Laura”: comincia così un articolo di Libero a firma di Matteo Orsucci che racconta una storia di cambio di sesso:
Adesso c’è un futuro da parrucchiera che l’ aspetta, e insomma verrebbe da dire tanti auguri… Mario era infatti un transessuale che è ricorso alla tecnica di “transizione” grazie ad un’equipe dell’ ospedale pisano di Cisanello. Intervento andro-ginoide,
 dicono i saputi, vale a dire il passaggio da maschio a femmina. A capo dei chirurghi –che hanno operato nella Chirurgia generale 2 dell’Azienda ospedaliera universitaria – il dottor Girolamo Morelli, urologo, che dal 1995 si occupa di chirurgia urogenitale ricostruttiva all’ in – terno del programma di chirurgia urogenitale diretto dal professor Riccardo Minervini. Hanno fornito supporto nella fase preparatoria dell’ intervento anche il professor Paolo Miccoli e il professor Paolo Vitti (per quanto concerne la parte endocrinologica).
Il problema, spiega Libero, risiederebbe nel fatto che l’operazione è stata a carico della Asl:
Pisa si unisce quindi al ristretto gruppo di centri italiani (Bari, Bologna, Napoli, Roma, Torino e Trieste) dove viene effettuato questo tipo di intervento. Insomma un bel vanto almeno dal punto di vista scientifico. Una conquista pionieristica. Non fosse che il cambio di sesso, lo indica la cifra, è stato non a carico del paziente ma del sistema sanitario nazionale, come peraltro prevede la legge 164 del 1982. Nulla di sconcertante, non fosse che la sanità toscana non è poi così al passo coi tempi, nonostante il sensazionalismo di certe trovate e abracadabra chirurgici.
Dalla Asl però fanno notare che i costi dell’operazione sono pressoché nulli:
In tutto questo contesto si inserisce la decisione di varare un piano rivolto alle persone con disturbo d’identità di genere (i transessuali in pratica) e accollarsi la loro scelta di passare all’altra metà del cielo. Soluzione impopolare che cozza con liste di attesa lunghissime e costi della sanità. «Stiamo comunque parlando di costi chirurgici pressoché nulli dal momento in cui non si richiedono in sala operatoria particolari attrezzature », commenta Morelli, autore dell’inter – vento. Pare infatti che anche le cure pre e post chirurgiche tra psichiatra e ormoni non siano così dispendiose. «Costa molto di più un trapianto di pancreas», fanno sapere dall’equipe. Forse. Però senza pancreas si muore, esser uomo (o donna) non ha mai ammazzato nessuno invece.
 http://www.giornalettismo.com/

Pontifex: “Escort come pacifista”


Che differenza passa tra una escort ed un pacifista? Nessuna! Anzi, a pensarci bene, chi mercifica il suo corpo per guadagnarsi il pane, merita rispetto, chi invece strumentalizza la pace per fini altri, merita biasimo. Qualora ve ne fosse bisogno (ma non ve n’è) , la guerra in Libia ha definitivamente smascherato le falsità di quel partito politico che si chiama pacifismo. L’ improvvisa scomparsa dei pacifisti dalle piazze mondiali, stranamente muti e latitanti nel condannare l’attacco a Gheddafi da parte delle forze alleate, la dice lunga sulla sincerità e sulle qualità morali degli sbandieratori professionisti. Quando si trattava di insultare il “cattivo guerrafondaio”repubblicano Bush reo di aver attaccato il “buon” Saddam, i pacifisti schiumavano rabbiosi in ogni angolo della terra ovunque una telecamera fosse presente. Ora che il democratico Obama e il piccolo Napoleone rivoluzionario Sarkozy, hanno dichiarato guerra al  … “cattivo” Gheddafi, delle migliaia di civili uccisi dalle bombe “intelligenti”, ai lanciatori di aria fritta non interessa nulla.
 Il motivo? Incredibile solo a pensarsi, ma è davvero così: far dispetto a Berlusconi!
I pacifisti sono rimasti rintanati nei centri sociali e nelle segreterie dei partiti per la certezza che bombardare Gheddafi equivalesse ad un cannoneggiamento politico del suo amico Berlusconi.
Libia a parte, perché i fiancheggiatori “pacifinti”delle tirannie comuniste ed islamiche che affliggono il pianeta, non hanno mai sbandierato uno straccio di bandierina per condannare paesi a democrazia zero come Cuba, Iran, Cina, Venezuela e Korea del Nord?
Amletico dubbio: che i “lupi travestiti d’agnelli” citati nelle sacre scritture si riferiscano a chi ha fatto della pace uno strumento per “ammazzare”i nemici? Quando si dice sepolcri imbiancati…
Gianni Toffali
Fonte: http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/il-fatto/7104-escort-come-pacifista
 http://infosannio.wordpress.com/2011/03/29/pontifex-escort-come-pacifista/

La sposa di Gesù crocifisso


di Renato Pierri.

Il calvario di Gemma Galgani, condannata alla santità in nome di un falso Dio.
La breve, terribile esistenza di Gemma Galgani, una giovane “educata” e condannata alla santità nella Lucca bigotta di fine Ottocento.

Fanatismi religiosi e morbosità, superstizioni e opportunismi, stimmate inesistenti e “visioni” di follia, sadismi e masochismi: la vera storia di un gratuito calvario, di una Madonna fasulla, di un angelo custode e di un diavolo caricaturali.
E la finale mistificazione della Chiesa, che ha suggellato un delitto con la beatificazione (papa Pio XI, nel 1933) e la santificazione (papa Pio XII, nel 1940) della sventurata vergine lucchese.

Pagg. 121 – € 10,33
Acquistabile online

«Contraffatti: Scrivere nel nome di Dio - Perché gli autori della Bibbia non sono chi crediamo che siano». Il nuovo libro di Bart Ehrman


È appena uscito il nuovo libro di Bart Ehrman, Forged: Writing in the Name of God - Why the Bible's Authors Are Not Who We Think They Are, HarperOne.
Ehrman è professore di Studi Religiosi all'Università della Carolina del Nord e autore di diversi libri di divulgazione sulla storia del Cristianesimo delle origini e del Gesù storico, tra cui Gesù non l'ha mai detto - Millecinquecento anni di errori e manipolazioni nella traduzione dei Vangeli, I cristianesimi perduti - Apocrifi, sette ed eretici nella battaglia per le sacre scritture, Pietro, Paolo e Maria Maddalena - Storia e leggenda dei primi seguaci di Gesù, Il vangelo del traditore - Una nuova lettura del Vangelo di Giuda, e La verità sul Codice da Vinci.

Dal suo libro, non tradotto in italiano, Jesus, Interrupted: Revealing the Hidden Contradictions in the Bible (And Why We Don't Know About Them) ho tratto diversi articoli della serie «Contraddizioni evangeliche».
Ecco una presentazione dell'argomento centrale del libro, tratta dall'articolo di Ehrman «Who Wrote the Bible and Why It Matters» («Chi ha scritto la Bibbia e perché è importante»), dall'Huffington Post: 
I buoni studiosi cristiani della Bibbia, inclusi i principali studiosi statunitensi protestanti e cattolici, sostengono che la Bibbia è piena di bugie, anche se si rifiutano di usare questa parola. Ecco la verità: molti dei libri del Nuovo Testamento furono scritti da persone che mentirono sulla loro identità, sostenendo di essere un apostolo famoso - Pietro, Paolo o Giacomo - sapendo molto bene che erano qualcun altro. Nel linguaggio moderno, questa è una bugia, e un libro scritto da qualcuno che mente sulla propria identità è una contraffazione.
La maggior parte dei moderni studiosi della Bibbia arretrano intimoriti di fronte a questi termini, e per ragioni comprensibili, alcune che hanno a che fare con la loro clientela. Insegnando in seminari cristiani, o a popolazioni universitarie ampiamente cristiane, chi vuole denigrare i preziosi testi delle Scritture definendoli contraffazioni costruite su bugie? E così gli studiosi usano un termine differente per questo fenomeno, e chiamano libri di questo genere «pseudepigrapha».
Troverete questo termine asettico ovunque negli scritti dei moderni studiosi della Bibbia. È il termine usato nei corsi universitari sul Nuovo Testamento, e nei corsi dei seminari, e nei seminari dei dottorati di ricerca. Ciò che la gente che usa questo termine non vi dice è che esso significa letteralmente «testo inscritto con una bugia».
Consiglio sinceramente la lettura dell'articolo intero.

10 comandamenti su iPad


Per la prima volta le Tavole della Legge finiscono anche su iPad e iPhone, con una nuovissima applicazione pubblicata in queste ore su AppStore dal Gruppo Editoriale San Paolo e Famiglia Cristiana, dedicata ai Dieci Comandamenti con il commento di uno degli autori cristiani più letti al mondo. Per ciascuno dei comandamenti, infatti, l'applicazione offre un intervento video del monaco benedettino Anselm Grun - 300 libri tradotti in 33 lingue per oltre 16 milioni di copie vendute - e il testo del suo commento.
L'applicazione - realizzata per Famiglia Cristiana da iLabora e da don Paolo Padrini, fondatore e coordinatore del Team Mediacath che opera in campo ecclesiale per la comunicazione attraverso i new media e coordinatore di progetti digitali per conto della Cei (Wikicath-Testimoni Digitali) e del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali (Pope2You) - include la biografia di Anselm Grun, il link alla pagina Facebook e a Twitter per la discussione e strumenti di sharing della pagina YouTube che raccoglie una sintesi dei video di Grn.
 L'App dei Dieci Comandamenti è disponibile al prezzo di 2,99 euro. L'App, la prima realizzata dal Gruppo Editoriale San Paolo, fa parte di un progetto più vasto dedicato ai Dieci Comandamenti: dal 10 marzo scorso è settimanalmente allegato a Famiglia Cristiana un libretto di presentazione e commento di ogni comandamento scritto da Anselm Grun, i testi biblici di riferimento, «Cosa dice la Chiesa Cattolica» riguardo al comandamento e i suggerimenti per spiegarlo ai ragazzi. «La nuova evangelizzazione, richiamata spesso dalla Chiesa Cattolica come percorso per un nuovo incontro del Vangelo con l'uomo di oggi, ha trovato nel digitale una nuova frontiera - ha dichiarato Alberto Porro, direttore marketing Periodici San Paolo -. Tutto è ancora da inventare».
Giacomo Galeazzi - La Stampa

Nuovo copyright in Vaticano


Giacomo Galeazzi.
Lo stato citta' del vaticano ha introdotto lo scorso 19 marzo una nuova legge sul diritto d' autore per aggiornare la legislazione vaticana alla ''evoluzione tecnologica in atto'' in cui ''la tutela del diritto di autore e dei diritti connessi e' stata messa significativamente alla prova''. la nuova legge, spiegano oggi in un articolo sull'osservatore romano carlo carrieri e sergio f. aumenta, ''non ha voluto distaccarsi dal criterio gia' adottato in precedenza, recepisce nello stato della citta' del vaticano la normativa vigente in italia ma, a differenza della legge del 1960, e' stato opportunamente previsto che i futuri adeguamenti della fonte italiana si intenderanno automaticamente recepiti senza bisogno di ulteriori atti formali''. i due autori avvertono che ''la maggiore facilita' di diffusione dei dati, se da un lato rende sempre piu' accessibile il patrimonio delle informazioni in ogni parte del mondo, favorendo la stessa opera evangelizzatrice, dall'altro richiede una maggiore attenzione per garantire l'integrita' dei contenuti,

soprattutto quando questi facciano riferimento all'insegnamento evangelico o al magistero ecclesiastico''. ''scopo della legge - sottolinea il quotidiano pontificio - non e' sottrarre alla libera fruibilita' personale i testi del magistero, che continueranno a essere disponibili per attivita' non lucrative, ma di proteggerne l'integrita' e in definitiva l'autenticita' dei contenuti''. in particolare, ''si tiene in grande conto l'esigenza della diffusione dei testi originali del magistero, che ogni privato ha la possibilita' di scaricare liberamente dal sito internet della santa sede e di diffondere, purche' non ne tragga profitto economico''. la nuova legge vuole ''tutelare non solo i diritti di diffusione e riproduzione, ma soprattutto l'originalita' e integrita' dei testi del magistero che, pertanto, e' giuridicamente illecito (oltre che eticamente riprovevole) modificare''. quanto alle immagini e alla voce del pontefice, il vaticano ha ''una viva esigenza di protezione da abusi ed utilizzi non appropriati''. con la nuova legge viene anche creata una commissione vaticana per la proprieta' intellettuale, che e' stata ''da piu' parti ritenuta necessaria per discutere le questioni piu' importanti e favorire il coordinamento necessario tra le amministrazioni vaticane. la nuova commissione potra' dotarsi di un proprio regolamento e avra' l'autorevolezza necessaria per svolgere l'attivita' di consulenza verso i soggetti interessati''.

La Stampa

martedì 29 marzo 2011

La Chiesa diffonde uno spot omofobo. E i finlandesi si sbattezzano in massa


Migliaia di fedeli lasciano la religione per un obbrobriosa campagna contro l’omosessualità.

Sei organizzazioni luterane affiliate alla chiesa finlandese hanno lanciato la campagna intitolata “Resisti”, per la quale è stato preparato uno spotche è tutto un programma. C’è una giovane donna che si fa chiamare Anni, irriconoscibile, che dice di essere stata bisessuale, ma che, dopo aver conosciuto il vangelo e i Comandamenti, è riuscita abbandonare quella “vita di peccato.” La campagna è piaciuta così tanto ai fedeli che, al ritmo di svariate centinaia al giorno, si sono ritirati dalla chiesa finlandese, riferisce il quotidiano francese Le Monde. Cinquecento subito alla prima messa in onda dello spot, e alcune migliaia al giorno nella settimana successiva. L’arcivescovo Kari Makinen, la più alta autorità religiosa finlandese, ha espresso il suo dispiacere in un comunicato in cui dice di “comprendere il dolore e la collera delle persone che sono state offese dalla campagna Resisti”

SIRENE DELLA SOCIETÀ - delle sei organizzazioni incriminate fanno parte della chiesa luterana, pur mantenendo una certa indipendenza. In ogni caso sono sostenute finanziariamente dalla chiesa, che ha detto che in futuro sarà più attenta. Lasse Nikkarikoski, direttore dell’associazione evangelica luterana di Finlandia, una delle sei che hanno promosso la campagna in oggetto, non ha voluto scusarsi perché ritiene che lo spot insegni a non “cedere alle sirene della società e a vivere secondo le scritture.

IMBARAZZO – Markku Heikkila, professore di teologia, ha dichiarato che questa faccenda “mostra i limiti di tolleranza della chiesa di Finlandia nei confronti della sua ala più conservatrice.” Lo scorso autunno 40.000 finlandesi avevano abbandonato la chiesa perché un membro del partito cristiano-democratico aveva espresso pareri troppo omofobici in un programma televisivo. Ne era nato un grande imbarazzo, rinnovato oggi da questa campagna pubblicitaria. I finlandesi stanno perdendo sempre più fiducia nei confronti della chiesa ufficiale che sembra loro troppo tradizionalista. Alla fine del 2010 la percentuale di finlandesi appartenenti alla chiesa luterana era il 78,2%.

CAMBIA ORA DI RELIGIONE



Giacomo Galeazzi.
Verificare la possibilità di modificare l' intesa sull' insegnamento della religione cattolica a scuola, prevista dal Concordato Stato-Chiesa firmato nel 1984: è questo uno dei punti che il «parlamentino» dei vescovi italiani, il Consiglio episcopale permanente, si appresta a discutere, tra oggi e giovedì, 31 marzo. Non è ancora stato reso noto quali siano i contenuti della proposta di modifiche sull' ora di religione a scuola: di molto probabile, però, c'è - sottolinea la rivista specializzata La Tecnica della scuola - il dato che la volontà di cambiamento sia anche dettata dall'esigenza di tamponare l' emorragia di alunni che si avvalgono dell' ora settimanale. Da alcuni anni, infatti, il numero di alunni e studenti che si avvalgono dell' insegnamento dell' ora di religione risulta in lieve ma costante discesa. Soprattutto nelle grandi città, come Milano, e nella scuola secondaria superiore: non sono rari i casi in cui il numero di coloro che svolgono attività alternativa(sempre se organizzata dalla scuola) è superiore - fa notare sempre la rivista -

a quello di chi segue l'ora di religione. Una tendenza che non sempre è, tra l'altro, giustificata dall' aumento esponenziale di iscritti di nazionalità o origini non italiane. La disaffezione della società verso i riferimenti indicati dalla Chiesa è un dato di fatto: significativa, in tal senso, la crisi degli oratori e delle tradizionali attività giovanili organizzate dagli ambienti ecclesiastici.

La Cei sino a oggi ha minimizzato: il fatto che nella scuola primaria l' adesione continua a essere altissima, spesso vicina all'unanimità, rimane un dato inequivocabile. Ma non solo: «nell'anno scolastico 2009-2010 l'insegnamento della religione cattolica - ha fatto sapere di recente la Cei - è stato scelto dal 90% delle famiglie e degli alunni delle scuole statali. Tale dato sale al 90,80%, se si tiene conto anche di quanti frequentano scuole cattoliche. L'alto tasso di adesione attesta la forza di attrazione di questa disciplina, di cui gli stessi avvalentisi sono i testimoni più efficaci». Ora però i vescovi hanno deciso di procedere a una sorta di restyling della materia.

La Stampa


«L’ OCCIDENTE È SUPERIORE. DOBBIAMO BANDIRE IL CORANO



Parla il leader del Partito della libertà olandese: «I singoli Paesi impediscano l’ islamizzazione dell’ Europa».
di Angelo Mellone.
Geert Wilders guida il Partito della libertà olandese. Leader controverso e controcorrente. Le sue battaglie contro il pericolo dell’ «islamizzazione europea» lo costringono a condurre una vita blindata. E in un hotel trasformato in bunker lo incontriamo, prima che tenga una conferenza organizzata dalla fondazione Magna Carta di Francesco Valli e Gaetano Quagliariello.
Lei sostiene che il multiculturalismo è collassato.
«Questo lo dice lei. Moltissimi sostenitori del multiculturalismo sono al potere. Noi occidentali stiamo perdendo la consapevolezza di ciò che siamo. Il nostro senso di identità è stato divorato dal relativismo. Io non auspico certo il monoculturalismo

ma quella che i tedeschi definiscono Leitkultur, “cultura dominante”, ovvero la civiltà giudaico-cristiana e umanistica. Non ho paura a sostenere la superiorità dei valori occidentali».


Affermazione tacciabile di intolleranza.
«Macché. È in Occidente che si è realizzata la separazione tra Chiesa e Stato, è qui che ogni donna o uomo, credente o non, può vivere come vuole senza timore di essere perseguitato. Questa ci rende differenti dall’Islam. Il grande pericolo che abbiamo sotto gli occhi è l’islamizzazione dell’Europa, anche se le élite multiculturaliste che prosperano nell’Unione europea se ne accorgono».

Dunque non crede alla possibilità di un Islam “europeo” e “moderno”.
«No, non sarebbe più Islam. Guardi cosa accade di là dal Mediterraneo: i manifestanti egiziani chiedono più democrazia e poi, qualche ora dopo, maltrattano le donne che sono scese in piazza con loro. I musulmani credono al Corano, che è parola di Dio e non ha bisogno di interpreti, e il Corano è solcato dall’odio verso il non-musulmano: noi occidentali siamo apostati, punto e basta. Con questi presupposti, come puoi costruire una convivenza democratica? I singoli musulmani che si vogliono integrare sono sempre posti di fronte alla scelta tra la fedeltà all’Islam o ai valori occidentali di tolleranza, democrazia, libertà di parola».

Lei vuole bandire il Corano: ma che fa, oppone intolleranza a intolleranza?
«Buona domanda. Consideri la realtà olandese, dove abbiamo la più alta percentuale di immigrati e il 6 per cento di residenti che è musulmana. I liberalprogressisti hanno vietato il Mein Kampf da decenni, perché incita all’odio razziale. Allora dico: impediamo la diffusione del Corano, antisemita quanto il manifesto hitleriano. È una provocazione, certo, ma voglio mettere a nudo le contraddizioni del multiculturalismo».

Si definirebbe un conservatore?
«Culturalmente, sì. Epperò io e il mio partito conquistiamo sempre più consensi perché spiazziamo i nostri avversari superando le vecchie etichette politiche. Per esempio sosteniamo il rafforzamento del welfare, e questa sarebbe una posizione di sinistra. Il nostro programma integra posizioni conservatrici, liberali e progressiste».

Ecco. Il suo partito propone l’inserimento dei valori giudaico-cristiani nella Costituzione olandese. Eppure lei sostiene anche la way of life alla olandese, massimamente aperta ai diritti civili. Per esempio, è favorevole ai matrimoni omosessuali?
«Sì. Il mio partito è il più votato dalla comunità omosessuale olandese. E questo non è in contraddizione coi moltissimi voti che ci arrivano dai credenti, cattolici, protestanti e persino di altre religioni, perché tutti sanno che il processo di islamizzazione mette in pericolo la libertà di donne, omosessuali, non islamici».

Posizioni differenti dalla maggior parte dei movimenti di estrema destra.
«Che infatti mi odiano perché sostengo Israele e i matrimoni omosessuali».

Fermare i flussi migratori dal mondo musulmano: è davvero possibile?
«In democrazia, ogni cosa è possibile. Ma i singoli Stati nazionali europei devono riappropriarsi della loro identità e della loro sovranità».

Qual è il suo leader politico italiano preferito?
«Non c’è. Ma adoro Oriana Fallaci».



LA FRANCIA RICONOSCE LE ADOZIONI GAY INTERNAZIONALI



I genitori omosessuali sono riconosciuti in Francia e i bambini che crescono in una famiglia arcobaleno non saranno più figli dimezzati, ma hanno entrambi i genitori, almeno quando l’adozione avviene all’estero.


La corte d’appello di Parigi ha riconosciuto le adozioni congiunte ottenute da due coppie all’estero, una in Gran Bretagna, l’altra in Canada.

La legge attuale in vigore in Francia riconosce solo al singolo il diritto di adottare, dal momento che non prevede il matrimonio fra persone dello stesso sesso.

Questa sentenza, invece, può aprire la porta a una modifica delle norme attuali: ma dovrà essere l’Assemblea a introdurre per tutti un regime più equo.

http://www.gaylib.it/wp/?p=4347

PASTORE STATUNITENSE BRUCIA UN CORANO: PROTESTE DA TUTTO IL MONDO ISLAMICO




Tra terremoto ed emergenza nucleare nipponici da una parte e intervento Nato in Libia dall'altra, sembra aver avuto poca eco la notizia che il pastore statunitense Terry Jones ha dato alle fiamme una copia del Corano.
Qualcuno probabilmente ricorderà Jones e il suo «International Koran Burning Day»: l' 11 settembre 2010 sarebbe dovuta essere, nelle sue intenzioni, la Giornata Internazionale del Rogo del Corano, il cui scopo sarebbe stato quello di «onorare coloro che sono stati assassinati [negli attentati dell'11 settembre]» e quello di «lanciare un messaggio davvero chiaro all'Islam, [...] che non vogliamo che provino a forzarci ad adottare la loro visione, in altre parole la Sharia». Vi furono proteste in tutto il mondo e alla fine Jones accettò di non bruciare il «libro sacro» dei musulmani.
Purtroppo Jones non è rinsavito e, con la collaborazione del predicatore Wayne Sapp, domenica 20 marzo ha organizzato l' «International Judge the Koran Day»: vestendo i panni di un giudice,
ha inscenato un processo contro il Corano, al termine del quale l'imputato è stato dichiarato colpevole di crimini contro l'umanità; la pena è stata il rogo, con una copia del Corano che è stata immersa nel cherosene e poi data alle fiamme.
Diversi Paesi hanno condannato l'atto:
il Pakistan ha deciso di sporgere formale protesta in tutti gli ambiti internazionali contro la «dissacrazione del Corano» a seguito di proteste inscenate dal popolo pachistano contro il rogo;
l'ambasciatore iraniano all'ONU ha affermato che il gesto di Jones è «blasfemo e ripugnante», che ha offeso i musulmani di tutto il mondo e che promuove la violenza;
il presidente afgano Karzai ha denunciato il rogo del Corano come «irrispettoso e abominevole», a nome proprio e di tutti i musulmani afgani;
infine, anche gli Stati Uniti hanno condannato il rogo del Corano e l'amministrazione Obama si è detta «molto preoccupata di tutti i tentativi deliberati di offendere membri di qualunque minoranza religiosa».
I cristiani pachistani si sono uniti alla protesta, bruciando un'effige del pastore e affermando che Jones non può essere considerato cristiano, in quanto il Cristianesimo insegna la tolleranza delle altre religioni. Il politico libanese cristiano maronita Samir Gagea ha condannato il gesto di Jones: ha chiesto all'amministrazione statunitense di tutelare la libertà altrui come quella di pensiero. Un gruppo sunnita pachistano ha chiesto la morte di Jones e il ritiro delle nazioni islamiche dall'ONU se questa organizzazione non dovesse condannare il gesto. Anche Hezbollah ha criticato il gesto.

Intanto la violenza si diffonde. Oltre alle minacce di morte ricevute da Jones, c'è da registrare un attacco ad una chiesa cristiana a Lahore: gli assalitori hanno accusato i «membri della chiesa di aver deliberatamente bruciato una trascrizione del Corano nella spazzatura sull'esempio statunitense».

Vorrei dire una cosa, e dirla chiaramente:
Bruciare un libro è una cosa idiota, e Terry Jones è un idiota.

Vorrei dire un'altra cosa, altrettanto chiaramente:
Esercitare la violenza perché qualcuno ha bruciato un libro «sacro» è idiota, e chi ha minacciato Jones di morte è un idiota.

Per altre considerazioni sull'assurdo diritto ad offendersi rivendicato dai credenti, rimando al mio precedente articolo «"International Koran Burning Day": libertà di religione vs. libertà di parola»; purtroppo non c'è molto da aggiungere a quanto scritto lì, perché gli attori di questa tragedia non sono maturati di una briciola.


FINO A QUANDO, DE MATTEI?



di Piergiorgio Odifreddi.
Secondo il Decreto Legislativo del 4 giugno 2003 sul Riordino del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il C.N.R. è “Ente pubblico nazionale con il compito di svolgere, promuovere, diffondere, trasferire e valorizzare attività di ricerca nei principali settori di sviluppo delle conoscenze e delle loro applicazioni per lo sviluppo scientifico, tecnologico, economico e sociale del Paese, perseguendo l’ integrazione di discipline e tecnologie diffusive ed innovative anche attraverso accordi dicollaborazione e programmi integrati”.
Dal 2004 il ruolo di vicepresidente dell’Ente è ricoperto, per decisione dell’allora (e ora) Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e su proposta dell’allora Ministro dell’ Istruzione, dell’ Università e della Ricerca Letizia Moratti, di un candidato sorprendentemente fuori luogo: Roberto De Mattei, professore associato di Storia del Cristianesimo

e della Chiesa alla privata Università Europea di Roma, presidente della Fondazione Lepanto, direttore del mensile Radici cristiane, dirigente di Alleanza Cattolica e consigliere del Vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini per le questioni internazionali.
De Mattei ha agito discretamente fino agli inizi del 2009, quand’è uscito allo scoperto con “un workshop promosso a Roma il 23 febbraio dalla Vice-Presidenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche, per offrire un contributo scientifico al dibattito in corso nell’anno darwiniano”, di cui sono poi usciti gli atti intitolati Evoluzionismo: il tramonto di una ipotesi, a cura dello stesso De Mattei (Cantagalli, 2009).

In tal modo il nostro massimo ente pubblico di ricerca scientifica si è trovato schierato, suo malgrado, a fianco dei creazionisti più retrivi, nel più ufficiale atto antievoluzionista dopo il Decreto Legislativo del 18 febbraio 2004, con cui la Moratti aboliva l’insegnamento dell’evoluzionismo nelle scuole medie. Decreto poi parzialmente rientrato, a causa della protesta popolare guidata dai due premi Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini e Renato Dulbecco.

Leggere gli atti del suo convegno o discutere col professor De Mattei, come ho avuto il dubbio onore di poter fare il 20 novembre 2009 a Chiasso, è un’esperienza sconcertante: in contrapposizione ai suoi modi raffinati e gentili, le sue affermazioni sono infatti una vera e propria summa della disinformazione più grossolana e presuntuosa a proposito di Darwin e del darwinismo in particolare, e della scienza in generale.

Niente di male, ovviamente, se non fosse che queste affermazioni vengono dal vicepresidente del C.N.R., che per l’articolo 3 del Regolamento “sostituisce il presidente in caso di assenza o impedimento” e fa parte del ristretto Consiglio di Amministrazione, che per l’articolo 4 “ha compiti di indirizzo e programmazione generale dell’attività dell’Ente”.

Ci si può domandare che indirizzo o programmazione possano mai venire da chi scrive e dice che i dinosauri sono scomparsi non sessanta milioni, ma poche migliaia di anni fa, o che le specie sono state create immutabili dal Creatore. E ci si può chiedere fino a quando non avranno niente da dire gli elettori in generale e gli scienziati in particolare, costretti a sopportare con vergogna un tale vicepresidente al C.N.R.

In questi giorni, la domanda è tornata d’attualità per l’intervento che De Mattei ha fatto il 23 marzo a Radio Maria, nel quale ha sostenuto che il terremoto e lo tsunami del Giappone, e più in generale le catastrofi naturali, sono “una voce terribile ma paterna della bontà di Dio”, una “esigenza della giustizia di dio, della quale sono giusti castighi”.

L’intervento completo di De Mattei si può trovare sul sitohttp://dimissionidemattei.wordpress.com/ , insieme a una petizione per le sue dimissioni. Ciascuna firma è una goccia, e serve a dimostrare che il vaso è colmo. Anche se c’è da dubitare che Berlusconi si dimostrerà sensibile a una domanda di civiltà, e disposto a rimediare a un guaio che lui stesso ha creato.

http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2011/03/28/fino-a-quando-de-mattei/?ref=HREC1-9


Vento, sole o aria fritta? Le energie rinnovabili fuori dal mito



È immaginabile un futuro prossimo senza combustibili fossili? È possibile per una nazione industrializzata utilizzare solo energie rinnovabili? Molti scienziati sostengono la necessità di ripensare il nostro uso dei combustibili fossili per ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera. E se questo non bastasse c’è chi pensa che il picco del petrolio sia ormai dietro l’angolo. E se anche non lo fosse condizioni economiche e geopolitiche potrebbero rendere questo combustibile estremamente costoso. Insomma, è il caso di porsi seriamente queste domande.
Spesso ci si focalizza troppo sulla fattibilità economica dei vari metodi di produzione di energia mancando completamente il quadro generale. Si discute se l’eolico sia più o meno costoso del nucleare, ma ci si dimentica di chiedersi quanto vento c’è per far girare le pale e quanto uranio è rimasto sulla terra. Lasciamo quindi da parte per un attimo le considerazioni economiche: il costo di produzione di un kWh (kilowattora) varia a seconda del luogo, della legislazione, delle condizioni geopolitiche, del mercato, della maturità di una tecnologia e così via. Dobbiamo invece porci una domanda più fondamentale: le limitazioni intrinseche (le leggi fisiche ad esempio, o la superficie disponibile in un paese) quali restrizioni impongono ai vari modi di produrre energia? In altre parole, anche ammettendo che produrre un kWh di energia eolica o solare sia gratis, quanta energia al massimo posso sperare di produrre?

Il progresso tecnologico e le diverse condizioni di mercato possono rendere competitiva una tecnologia di produzione energetica, ma non possono oltrepassare le leggi di natura: anche aumentando l’efficienza odierna dei pannelli solari non si può aumentare la quantità di energia solare che cade su un metro quadro. La turbina eolica più efficiente dipende comunque dalla velocità e dalla disponibilità del vento, e così via.
David MacKay è un fisico dell’Università di Cambridge. Irritato dalla vaghezza numerica e dalla mancanza di punti fermi che spesso contraddistinguono le discussioni pubbliche sull’energia, MacKay si è seduto al tavolino e, armato delle leggi della fisica, ha stimato il potenziale teorico di tutte le principali fonti energetiche rinnovabili. Raramente discorsi quantitativi e ricchi di numeri arrivano sui giornali o sui media, che spesso danno più risalto a intellettuali e filosofi come Serge Latouche, il teorico della “decrescita”. Discutendo di energia e di consumi è invece obbligatorio partire dai numeri e dai dati accertati. Considerazioni, politiche, economiche, sociali etc., non possono prescindere dai fatti e dalle leggi fisiche che, volenti o nolenti, regolano questo universo.

MacKay ha messo nero su bianco le sue stime (Sustainable Energy – Without the Hot Air; UIT Cambridge 2008) e il suo libro (anche scaricabile liberamente all’indirizzo http://www.withouthotair.com) sta cambiando il modo con cui si discute di questi temi, almeno in Gran Bretagna. MacKay è stato nominato recentemente Chief scientific advisor del dipartimento dell’energia e del cambiamento climatico del governo Britannico con il compito di affinare le sue stime per costruire una percorso verso il cambiamento energetico della Gran Bretagna entro il 2050.

Unità e consumi

È molto difficile per il cittadino padroneggiare i numeri dell’energia senza avere dimestichezza con le varie unità di misura. Purtroppo misuriamo il petrolio in barili, la benzina in litri, le centrali elettriche in megawatt, ma tutte queste unità sono lontane dal quotidiano, dai nostri consumi e dai nostri sprechi. MacKay usa un’unica unità di potenza “a misura d’uomo” per parlare di produzione o consumi energetici: il kilowattora per giorno per persona (kWh/d per persona).Il cittadino europeo medio consuma 125 kWh/d. Possiamo visualizzare questo consumo “personale” in termini di lampadine: è come se ognuno di noi tenesse accese 125 lampadine per 24 ore al giorno. L’americano medio consuma il doppio: 250 kWh/d mentre il consumo energetico medio di un essere umano sulla terra è di 56 kWh/d.

Rinnovabili

Le fonti rinnovabili hanno solitamente una bassa densità per area. In altre parole hanno bisogno di grandi superfici per poter ricavare grandi quantità di energia. MacKay analizza il fotovoltaico, i biocarburanti, le maree, il nucleare, il solare termico, l’idroelettrico, l’eolico, il geotermico e così via, e per ognuno stima la potenza prodotta in watt per metro quadro di superficie utilizzata. E questo perché è difficile, per non dire impossibile, parlare di “sostenibilità” e di “autosufficienza” se non si mettono sul tavolo i numeri in gioco. Consideriamo ad esempio l’energia eolica. Parchi eolici in zone ventose producono 2 watt per metro quadro. MacKay calcola che se, realisticamente, si coprisse anche il 10% della superficie britannica, l’eolico non fornirebbe più di 20 kWh/d: un sesto del consumo energetico medio attuale.

Le coltivazioni per biocarburanti forniscono 0,5 watt per metro quadro. Se tutta la superficie britannica ora dedita ad agricoltura (il 75% del totale) venisse sfruttata per produrre biomassa combustibile, otterremmo 24 kWh/d. Ben lontani dai 125 kWh/d. E non dimentichiamoci che dobbiamo pure produrre mele e zucchine! Con il fotovoltaico non siamo messi meglio, e MacKay mostra come riempire i tetti delle abitazioni di pannelli può certo fornire una percentuale importante del proprio consumo personale di energia elettrica, ma per incidere sul consumo energetico totale è necessario un utilizzo su larga scala di campi solari.

Implacabili i numeri mostrano come al livello attuale di consumi anche sommando eolico, solare, biocarburanti, idroelettrico e altre fonti rinnovabili non è possibile sostituire i combustibili fossili. E che in ogni tipo di opzione le rinnovabili debbano occupare una frazione significativa della superficie di un paese come la gran Bretagna. E questo senza neppure considerare i costi economici. Le alternative puramente numeriche sono quella di ridurre notevolmente i consumi, oppure di utilizzare fonti energetiche con una alta densità di energia per metro quadro, come le centrali nucleari. I paesi ricchi potranno comperare energia prodotta all’estero, magari in un deserto dove si possono produrre fino a 20 watt per metro quadro.

I consumi

MacKay non si limita a sfatare alcuni miti e a riportare sulla terra le discussioni a ruota libera sul futuro energetico, ma offre anche dei suggerimenti e delle possibili soluzioni. Uno ovvio è quello di ridurre i consumi poiché è più facile risparmiare un kWh che generarne uno. Prendendo però di mira i settori che più contribuiscono e non perdendosi in mille rivoli inconcludenti. Preoccuparsi di tutti gli apparecchi in standby della casa può portare ad una riduzione dell’8% del consumo elettrico casalingo (fonte IEA) ma non certo un contributo significativo rispetto al totale. È come pretendere di svuotare il Titanic con un cucchiaino. In Gran Bretagna ben 40 kWh/d di quei 125 kWh/d sono attribuibili al trasporto su auto e altri 40 kWh/d al riscaldamento. È qui che ha senso cercare di aggredire i consumi energetici, non certo con l’autoproduzione del burro o del sapone. L’elettrificazione di tutti i trasporti ridurrebbe le emissioni di CO2 aumentando l’efficienza. Le auto elettriche moderne consumano 15 kWh per 100 km, mentre le auto a benzina dai 70 ai 90 kWh. Un treno ad alta velocità invece è efficientissimo: consuma solo 3 kWh per passeggero, “solo” il triplo di una bicicletta con il suo singolo kilowattora.Per il riscaldamento degli edifici, a supplemento del solare termico, MacKay suggerisce un uso massiccio delle pompe di calore, anche queste funzionanti a elettricità, oltre alle misure per ridurre la dispersione termica.

MacKay non propende per nessuna tecnologia in particolare, ma sostiene che, con i numeri sul tavolo, ogni paese deve disegnare un piano energetico che copra totalmente i bisogni. A chi lo accusa di essere pro-nucleare lui risponde che è solo pro-aritmetica, e che i numeri parlano da soli. Le sue stime possono essere rese più precise, ma il vero valore di questo approccio è nel mostrare un metodo per le discussioni pubbliche sulle scelte energetiche. “Numeri, non aggettivi” dice MacKay. “Qualsiasi discussione sensata sull’energia richiede dei numeri”. In Italia avremmo un gran bisogno di un approccio così. C’è qualche fisico che voglia adattare il libro di MacKay alla situazione italiana?

Saturno, Il Fatto Quotidiano, 11 marzo 2011

lunedì 28 marzo 2011

Fiume. Prete cattolico condannato per omofobia



IL PARROCO FIUMANO «OMOFOBO» CONDANNATO A 3 MESI

Franjo Jurcevic, controverso parroco croato dalle posizioni di destra ed ultra-nazionaliste, ha esultato sul suo blog per le violenze, perpetrate a danno del Gay Pride di Belgrado negli ultimi giorni, da parte di estremisti nel centro della città. “Vorrei dire bravo ai belgradesi normali che si sono opposti a questa manifestazione”, scrive Jurcevic nella sua pagina Internet; e se le autorità della città hanno autorizzato la parata, è perchè “questi mostri morali e psicopatici iniziano a dominare nei media, nei luoghi pubblici e nelle istituzioni”.

Perciò, ben vengano le botte: “I belgradesi hanno mostrato cosa pensano di questi malati di mente’, ed ha fatto male la polizia a mettersi in mezzo, invece di permettere alla “gente normale di farsi due chiacchere con i malati”. Le organizzazioni LGBT croate hanno già annunciato querela contro il presbitero, mentre l’arcidiocesi di Fiume avrebbe già preso ufficialmente le distanze dalle parole del prelato, che in passato non si è fatto problemi a difendere parole e comportamenti di noti criminali di guerra.


Fiume - Tre mesi di carcere con la condizionale di un anno. Verdetto di colpevolezza per Franjo Jurcevic, parroco di Castua (comune del Fiumano), condannato dalla corte del tribunale cittadino di Fiume, presieduta dal giudice Sandra Vuckovic, per avere commesso il reato di omofobia e discriminazione su base sessuale. Il controverso sacerdote, già al centro di clamorose prese di posizione sui serbi, sulle minoranze nazionali e sessuali e sulla pena di morte, è stato ritenuto colpevole per quanto dichiarato sul suo blog in merito al Gay pride di Belgrado dello scorso autunno.

Il controverso prete, peraltro mai stigmatizzato con fermezza dalle autorità ecclesiastiche quarnerine e croate, ha affermato che «molti belgradesi hanno esternato ciò che pensano di questi psicopatici e il mio unico cruccio è che siano rimasti feriti numerosi poliziotti. Le forze dell'ordine avrebbero dovuto mettersi in disparte, permettendo alle persone normali di discutere un pochino con questi malati». Le reazioni si sono sprecate, con don Jurcevic denunciato subito da alcune associazioni lesbiche. Nella motivazione della sentenza è stato rilevato che il parroco Jurcevic ha sostenuto gli atti di violenza perpetrati sulle strade di Belgrado, istigando all'odio e rinnegando i diritti delle minoranze sessuali.

Il verdetto del giudice Vuckovic, che peraltro è passato in giudicato in assenza d'appello, è stato commentato con soddisfazione dal gruppo lesbico Kontra e dal Centro per i diritti delle minoranze sessuali Iskorak. Nel comunicato diffuso da quest'ultima organizzazione si rileva che la condanna di don Jurcevic è un chiaro segnale, un messaggio all'opinione pubblica sull'inammissibilità di ogni sostegno o richiamo alla discriminazione e alla violenza nei confronti di qualsiasi comunità. Interessante rilevare che il contenuto della sentenza è apparso sul blog di don Jurcevic, ma senza alcun commento da parte del diretto interessato. Sia come sia, il parroco quarnerino non dovrà nei prossimi dodici mesi violare nuovamente l'articolo 174, comma 3 del Codice penale, che riguarda la discriminazione razziale e d'altro genere. In caso contrario, si beccherà tre mesi di reclusione.

Bagnasco: “La legge sul Biotestamento è necessaria e urgente”



Il presidente della Cei ritiene sia ora di porre vincoli e limiti a tutti. Non vorrete mica morire senza il suo consenso, vero?

Una legge sulle dichiarazioni anticipate di fine vita è necessaria e urgente”. lo ha dichiarato il cardinaleAngelo Bagnasco, aprendo i lavori del parlamentino dei vescovi italiani. “Si tratta di porre limiti e vincoli precisi a quella giurisprudenza creativa che sta già introducendo autorizzazioni per comportamenti e scelte che, riguardando la vita e la morte, non possono restare affidate all’arbitrarietà di alcuno”. Non sia mai che uno decida da solo di vivere o morire. È lo stato, insieme alla santa madre chiesa, che ti dice come devi fare; capito?

TUTTO BELLO – PerBagnasco, non c’è il rischio di “provvedimenti intrusivi che oggi ancora non ci sono”, ma occorre “regolare piuttosto intrusioni già sperimentate, per le quali è stato possibile interrompere il sostegno vitale del cibo e dell’acqua”. Quindi state tranquilli e fidatevi di chi farà la legge, che è bravo e ha una morale solida, come agilmente si è potuto vedere ultimamente. Comunque la chiesa non vi vuole veder trapassare, vuole tenervi qui. Contenti? “È necessario adottare regole che siano di garanzia per persone fatalmente indifese, e la cui presa in carico potrebbe un domani, nel contesto di una società materialista e individualista, risultare scomoda sotto il profilo delle risorse richieste.” Quindi voi materialisti fatevi da parte, che ci pensa il cardinale. E la Binetti, ovviamente.

COSA C’ENTRA? – “È noto come il dolore soggettivo, con le possibilità offerte dalla medicina palliativa, debba al presente spaventare di meno. Piuttosto, sono i criteri di una sana precauzione a dover suggerire pensieri non ideologici ma informati a premura e tutela, e ispirati a vera compassione, che non elimina la vita fragile e indifesa, ma induce a sopportarla insieme all’ammalato, si fa condivisione, sostegno, accompagnamento fino al traguardo terreno.” I cardinali non vi verranno ad assistere, e nemmeno i politici, quando sarete infermi in un letto, ma avranno tanta compassione per voi. Tanta. “In determinate condizioni, la paura più impertinente scaturisce dalla solitudine e dall’abbandono, mentre l’atteggiamento d’amore trova vie misteriose per farsi percepire e saper medicare.” Su questo siamo tutti d’accordo, come sul fatto che i deboli vadano accuditi e protetti. Concordare con tutti questi bei concetti è facile, certo, e di certo concorda anche Beppino Englaro. Ma tutto ciò cosa c’entra con ilBiotestamento?

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